Come gli esperti approvano i prodotti
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Mercoledì 18 Marzo 2020 18:23 - admin ha accettato di revisionare l'articolo
Martedì 24 Marzo 2020 12:20 - montemarco ha accettato di revisionare l'articolo
Venerdì 05 Giugno 2020 16:55 - Frankaffa ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Venerdì 05 Giugno 2020 17:08 - Frankaffa ha accettato di revisionare l'articolo
Lunedì 12 Ottobre 2020 12:03 - federicam ha ricevuto richiesta di revisionare l'articolo
Martedì 13 Ottobre 2020 10:41 - federicam ha accettato di revisionare l'articolo
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Bevande vegetali- 4 anni, 2 mesi fa
In alcune bevande si ritrova fra gli ingredienti inulina e sale: pareri?
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- 4 anni, 2 mesi fa
l'inulina è una fibra solubile che si ritrova in grandi quantità in cipolle e carciofi. Oltre ad essere una fibra apporta un leggero gusto dolce e funge da addensante ad alte concentrazioni (non credo si aquesto il caso delle bevande). A volte l'ho ritrovato negli yogurt al 2%. Io vedo sempre positivamente l'aggiunta di questo ingrediente.
Il sale penso abbia una funzione edonistica/ per il bilanciamento del gusto. Se non è eccessivo possiamo anche soprassedere. Di che quantità stiamo parlando?2piace a: Gabriella, marcobuccianti0-
- 4 anni fa
condivido l'importanza dell'inulina. Io su questo ho scritto un piccolo manuale corredato di ricette dal titolo "La cucina metabolica"
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- 4 anni, 2 mesi fa
Si può considerare un additivo? In questo caso dovremmo inserirlo fra quelli accettati perchè al momento abbiamo messo "nessuno"...
1piace a: marcobuccianti0-
- 4 anni fa
si va bene come additivo. Direi che possiamo valutare di accettarlo.
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IntroduzioniArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Analizzando le categorie con Antonella abbiamo ritenuto utile fare una mini introduzione per ogni categoria spiegando il motivo della scelta di alcune soglie particolari, tipo la differenza fra biscotti da colazione e altri, come mai su alcune accettiamo zuccheri aggiunti su altre no, ecc... Qualcosa che possa servire anche a noi per ricordare in futuro il motivo che ci ha portato alla scelta di quelle soglie, in poche righe
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Certificazioni fairtradeArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Per alimenti prodotti EXTRA UE come il cioccolato e alcuni tipi di frutta secca si è deciso di inserire questa certificazione. Potremmo riportarla anche in questo articolo generale come "certificazione per prodotti extra UE". Che ne dite?
1piace a: Gabriella0 -
In certificazione bioArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Per chiamare il prodotto "in conversione" ("in certificazione" è una dicitura non ammessa) il produttore deve essere autorizzato dal suo organismo di controllo e riportare la dicitura su etichetta. La fase di trasformazione del prodotto bio è anche questa da certificare, di conseguenza se un produttore ha i campi che stanno terminando la fase di conversione ma non assoggetta la trasformazione al sistema di certificazione il prodotto è convenzionale.
Art. 62 reg. 889/2008 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32008R0889&from=IT)
Nel decreto legislativo 20/2018 (art. 10) è espressamente detto che anche una comunicazione errata su internet costituisce reato con sanzioni da 600 a 18000 euro
(https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/03/21/18G00045/sg)
1piace a: Gabriella0 -
STGArchiviato da Martina.Loi 4 anni, 6 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Aggiungerei il marchio STG (specialità tradizionale garantita), che ormai rientra fra le certificazioni europee
2piace a: Martina.Loi, montemarco0 -
Reminder origine materie primeArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Giusto per ricordare che nell'articolo la questione è ancora aperta
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- 4 anni, 6 mesi fa
Vero, sono andata a rileggermi la discussione, ma non abbiamo in effetti raggiunto un punto...
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- 4 anni, 6 mesi fa
Questo punto lo affronteremo dettagliatamente appena possibile nell'articolo ad hoc. Abbiamo già stabilito l'origine delle materie prime in alcune categorie, laddove questa caratteristica è stata reputata molto importante (es malto nella birra, frutta secca)
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Dolcificanti e zuccheriArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Secondo me sarebbero da rivedere come ordine. A mio parere lo sciroppo di glucosio è da considerare peggiore rispetto ad edulcoranti come l'eritritolo
1piace a: Martina.Loi0-
- 4 anni, 6 mesi fa
Più che altro qual è la regola che è stata seguita? Perchè vedo che prodotti zuccheri a basso indice glicemico sono sparsi qua e la e viene premiato lo sciroppo d'acero che non è altro uno zucchero bollito, privato di gran parte delle vitamine che ritroviamo, ad esempio, nel miele più in basso.
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- 4 anni, 6 mesi fa
In realtà è stato difficile fare una scala perché sono tanti i fattori da considerare... Lasciando fuori dolcificanti artificiali o polialcoli, per restare nel più "naturale possibile", alla fine ho usato la tabella dell'indice glicemico... Non sono mai stata soddisfatta di questo criterio, quindi possiamo modificarlo, se troviamo una regola valida in linea generale
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- 4 anni, 6 mesi fa
Nei vari articoli abbiamo abbozzato la lista degli zuccheri "ammessi". Anche in questo caso l'articolo ad hoc ci permetterà di tornare in futuro su questa categoria e, se necessario, modificarla.
Va chiarito anche il ruolo dei dolcificanti anche naturali (es. stevia) che sono in realtà additivi.00
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Tipo grassiArchiviato da Martina.Loi 4 anni, 6 mesi fa- 4 anni, 6 mesi fa
Valorizzerei maggiormente l'olio di girasole estratto a freddo rispetto a olio di oliva (trattato chimicamente)
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Packaging sottovuotoArchiviato da Martina.Loi 4 anni, 6 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Valutiamo se per certe categorie è bene considerare il sottovuoto tra le soglie. Ad esempio la frutta secca sotto vuoto mantiene meglio il prodotto rispetto alla classica confezione in plastica.
Che ne pensate? Se si per quali categorie la consideriamo?00-
- 4 anni, 6 mesi fa
La soglia mi sembra troppo restrittiva, potremmo dare un punteggio eventualmente
2piace a: MarinaPutzolu, montemarco0-
- 4 anni, 6 mesi fa
Sono d'accordo con Gabriella. La soglia mi sembra eccessiva.
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CategorieArchiviato da Gabriella 4 anni, 6 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Ho inserito tutte le categorie che mancavano. Valutiamo insieme se sia il caso di valutarle tutte singolarmente o se possiamo accorpare qualcuna (es. cereali in chicco o creme spalmabili o legumi...)
2piace a: antonella, MarinaPutzolu0 -
saleArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
bisogna chiarire una linea guida generale, vedo che in alcune categorie si prende in considerazione la media dei prodotti in commercio, per altri (vellutate) si è preso la definizione di prodotti a medio contenuti di sale del SINU. Bisogna specificare in che caso applichiamo un criterio e in che caso applichiamo l'altro.
1piace a: Gabriella0-
- 4 anni, 6 mesi fa
Penso che dipenda sopratutto dalla fonte che si è trovata probabilmente
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- 4 anni, 7 mesi fa
eviterei di usare la soglia "senza sale aggiunto", perchè la quantità di sale aggiunta potrebbe essere irrisoria e rischiamo inutilmente di escludere prodotti.
1piace a: MarinaPutzolu0-
- 4 anni, 6 mesi fa
Io credo che il discorso vari e debba variare a seconda dei prodotti. Mi spiego meglio: se nel pane si mette meno dell'1.5% di sale non saprà di niente. Diverso è il discorso di fagioli in scatola (0.9% sale) che condisco (magari aggiungendo olio e sale) o aggiungo ad altre preparazioni già salate. Di pane ne mangio 50-100g, di fagioli ne mangio anche 150-200g. L'apporto di sale può quindi consistente anche per i fagioli che potrei benissimo produrre senza o con poco sale.
Il motivo per cui nelle vellutate ho preferito inserire una soglia media è proprio perchè se consideriamo il quantitativo che si mangia di quel prodotto, l'apporto di sale può essere considerevole e possono essere consumati tal quali, senza ulteriori cotture/manipolazioni.
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- 4 anni, 6 mesi fa
Dovremmo aver definito le soglie quantitative del sale neile varia categorie. Abbiamo utilizzato sia le informazioni derivanti da ricerche di mercato che linee guida per prodotti " a medio contenuto di sale" per la società italiana di nutrizione (SINU).
N.B. abbiamo messo una soglia senza sale solo per la frutta secca00
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Categorie MarinaArchiviato da Gabriella 4 anni, 2 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Ho iniziato a inserire i valori medi per le seguenti categorie:
frollini, merendine, snack salati (per questi ultimi ho usato come riferimento i crackers)I valori provengono dal sito adepi, ma ho dato una sbirciata sul sito crea, e su per giu ci siamo.
Ho inserito anche dei valori che non erano stati considerati, come il contenuto energetico, secondo me sarebbe carino cosi quando inizieremo con un eventuale "carrello virtuale" avremo già i valori in kcal, ma ditemi voi cosa ne pensate.
1piace a: antonella0-
- 4 anni, 7 mesi fa
Ho aggiunto anche le rispettive "Categorie Figlio". Valuta tu stessa se per queste sono valide le soglie della categoria padre oppure se per qualcuna ha senso aggiungere/modificare delle soglie riportandolo sempre nei rispettivi commenti
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- 4 anni, 7 mesi fa
Per le sottocategorie dei biscotti, ho trovato i valori solo di biscotti alla:
soia
integrali
secchi
frollini
wafersma non quelli delle categorie che hai inserito
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ok, cerchiamo di capire se riusciamo a condividere una classificazione dei biscotti sulla base dei valori presenti in letteratura e se i biscotti al cioccolato e alla frutta possono essere inclusi. Biscotti Frollini, Biscotti Secchi, Biscotti Integrali mi sembrano ok. Bisogna capire se i i biscotti che ad oggi abbiamo selezionato possono rientrare in queste categorie o manca qualcosa. Sentiamo gli altri che ne pensano.
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ok, in teoria sarebbe necessaria una categoria a parte soprattutto se i biscotti sono farciti, attendiamo gli altri
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- 4 anni, 7 mesi fa
Al momento non abbiamo biscotti farciti, le farciture sono solo in merende. Valutiamo più che altro il discorso burro: come lo consideriamo?
E' chiaro che sarebbe da preferire l'olio evo, ma non vorrei demonizzare il burro che in alcune regioni viene usato quotidianamente... Cerchiamo di educare all'uso parsimonioso o eliminiamo i prodotti con burro??00-
- 4 anni, 6 mesi fa
Dipende tutto da come vogliamo impostare la soglia, ovviamente in termini di qualità sarebbe da preferire l'olio, ma in questo modo dovremmo escludere molti prodotti in commercio...
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- 4 anni, 6 mesi fa
Secondo me si, ma vorrei sentire anche gli altri
1piace a: montemarco0-
- 4 anni, 6 mesi fa
Concordo su lasciare i grassi saturi come soglia non escludendo tutti i prodotti con il burro.
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Quantitativo di grassi saturi e zuccheriArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Io lo aggiungerei alle caratteristiche generali provando a trovare dei limiti ragionevoli ai quali facciamo un elenco dia laimenti che sono esclusi dai limiti (es. creme spalmabili, biscotti al burro, ecc...).
Che ne pensate?1piace a: Gabriella0-
- 4 anni, 7 mesi fa
riprenderei la macrovoce "valori nutrizionali" che abbiamo messo tra parentesi e aggiungerei oltre grassi e zuccheri anche quantitativo di sale nascosto nei cibi
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- 4 anni, 7 mesi fa
In realtà quello fra parentesi non è "valori nutrizionali", ma "valorE" nel senso di "punteggio"
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ok, hai ragione. Penso che non utilizzando il nutri score dovremmo trasformarlo in ingredienti e valori nutrizionali. In questa macro area condividere le caratteristiche come quantità sale, zuccheri e grassi saturi; tipo di zuccheri e tipo di grassi; ingredienti che scartiamo e che il consumatore non troverà mai; n. Max di ingredienti
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PROCESSO DI TRASFORMAZIONEArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Cari, vi proèpongo di aggiungere alle caratteristiche comuni a tutti i prodotti quella riportata nache qui https://beta.wikonsumer.org/rubriche/salute/la-qualita-secondo-wikonsumerorg
come: "Processi di tasformazione che rispettano il prodotto"Fatemi sapere che ne pensate
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- 4 anni, 7 mesi fa
Il link non è accessibile, comunque va bene anche per me, lo lascio cosi generico e poi nelle singole categorie specifichiamo?
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- 4 anni, 7 mesi fa
il link non è più cliccabile.. se non ricordo male era un modo per poter preferire oli estratti a freddo, prodotti tostati a basse temperature e cose di questo tipo.. Mi confermi?
In caso affermativo direi di si!00-
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ho aggiunto la voce, intendevi qualcosa del genere?
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categorieArchiviato da MarinaPutzolu 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Posso iniziare a modificare i valori presenti nelle categorie? Posso partire con i biscotti eventualmente
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- 4 anni, 7 mesi fa
certo, comincia a lavorare sulle categorie, benissimo dai biscotti. Lavoriamo con i commenti nei link
;)1piace a: MarinaPutzolu0
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Tipi di grassi e tipi di zuccheri aggiuntiArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa
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PackagingArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Secondo me si potrebbe inserire anche da materiale riciclato. In questo modo si esalta attenzione all'utilizzo di prodotti riciclati da parte dell'azienda. Si potrebbe inserire anche biodegradabile...se non sbaglio esiste uno specifico standard per definire biodegradabile un materiale
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- 4 anni, 7 mesi fa
se per fav lo aggiungi alla caratteristica packaging nell'articolo archivio il commento ;)
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AdditiviArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Non mi convince la classificazione riguardante gli additivi. Il termine "consentito" fa sembrare che gli altri non lo siano per legge e ciò potrebbe compromettere la veridicità di quello che scriviamo.
Al posto di consentiti potremmo indicare l'assenza di limiti d'uso o avvertenze (per alcuni additivi infatti sono necessarie indicazioni supplementari quando utilizzati o limiti d'uso per dimostrate problematiche di assunzione in determinate quantità). Che ne pensate?1piace a: antonella0-
- 4 anni, 7 mesi fa
Purtroppo era necessario inserire una via di mezzo fra "presenti" e "assenti" perché in alcuni prodotti ci sono e non potevamo escluderli solo per quell'ingrediente che, in effetti, non è pericoloso per la salute. Abbiamo cercato un termine che ci permettesse di far comprendere il senso, ma non ne abbiamo trovato uno migliore, quindi ben venga un suggerimento, ma deve essere una parola che riassume il concetto. Poi magari inseriamo una piccola descrizione, come abbiamo già fatto, per spiegare meglio. Intendo dire che deve comparire fra i possibili valori della caratteristica:
conservanti e additivi: presenti/......?....../assenti00-
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- 4 anni, 7 mesi fa
o magari solo "naturali" sempre se il termine sia "consentito" facendo riferimento al commento di marco
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- 4 anni, 7 mesi fa
però magari il consumatore vuole sapere se la sostanza è naturale o meno
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- 4 anni, 7 mesi fa
Se nn sbaglio nn si può definire naturale. Credo prima dipendesse esclusivamente dalla composizione chimica. In ogni caso anche l'acido lattico, la pectina o altro possono essere sintetizzati chimicamente e il fatto che siano stati estratti da sostanze naturali nn significa che non siano stati utilizzati solventi
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- 4 anni, 7 mesi fa
Concordo sul fatto che "naturale" non sia la definizione migliore.. un esempio: la stevia è naturale ma ha un limite d'utilizzo ben definito perchè se consumato in grandi quantità può essere dannoso.
Parlando con Marco e Antonella abbiamo pensato a una definizione interna, come ad esempio "scelti" o "preferiti" o qualcos'altro di questo tipo.
Andrà poi spiegato a parte che prediligiamo additivi di origine naturale per cui non esistono dati di tossicità, ovvero senza limitazioni d'uso e che possono essere utilizzati quantum satis). Non dimentichiamo però di ricordare che TUTTI gli additivi auorizzati sono sicuri e "innocui" alle concentrazioni definite per legge (che sono anche 100 volte più basse di quelle che danno tossicità)40
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esempio pratico- 4 anni, 7 mesi fa
https://beta.wikonsumer.org/prodotti/ursini-sugo-di-polpettine-di-pane-uova-e-formaggio
Anche in questo caso come per i biscotti guardiamo l'esempio del sugo alle polpette di pane che tu marco hai assaggiato. Notiamo che tra gli ingredienti c'è acidificante: acido lattico. In questo caso abbiamo messo CONSERVANTI ED ADDITIVI "CONSENTITI" inventandoci una terminologia che forse come dici tu può trarre in inganno.
Se vedete in info di questa caratteristica l'abbiamo descritta così: """Esistono diversi tipi di conservanti e additivi, Wikonsumer approva solo quelli del tutto innocui, come ad esempio acido acetico, acido lattico, acido L- ascorbico (Vitamina C), lecitina di soia, acido citrico, farina di semi di carrubbe/semi di guar, pectina, ecc... Sono sostanze, naturali o di sintesi, che prolungano il periodo di validità di prodotti alimentari proteggendoli dal deterioramento provocato dai microorganismi"""
Quindi come proponete di gestire ingredienti come quelli citati nella descrizione sopra ad es. nel caso delle polpette, ma che può essere generalizzato in tanti altri casi? Help us ;)
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- 4 anni, 7 mesi fa
La definizione che é stata inserita sulla conservazione da microrganismi in realtà non é propriamente corretta. Tra gli additivi ci sono i conservanti ma ci sono anche stabilizzanti, emulsionanti ecc. Ad esempio la pectina, farina di carrube, guar o lecitina di soia non sono conservanti e non hanno effetto sulla stabilità microbiologica degli alimenti
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x Marina
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Valore nutrizionale e Nutri-scoreArchiviato da Gabriella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Non stiamo utilizzando il metodo nutri-score al momento, potremmo tralasciarlo anche negli articoli se siete d'accordo
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ok lo archiviamo al momento, ma a questo punto lo lasciamo solo qui tra parentesi, così che quando lo useremo ci tornerà utile averlo nella lista
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Valori da analizzare insiemeArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Per quanto riguarda l'origine delle materie prime, vorrei confrontarmi con voi per trovare il modo migliore di far capire come mai abbiamo accettato anche alcuni prodotti con ingredienti extra-UE perché difficilmente reperibili in Italia o UE o tipici di altre zone, come il pesce pescato in oceano o il cioccolato in alce nero o ingredienti di altri biscotti, anche di marche note come Fior di loto... Chiaramente provenienti da filiere regolamentate con criteri validi anche da noi
1piace a: antonella0-
- 4 anni, 7 mesi fa
Potremmo inserire una dicitura tipo "extraUE-origine tipica" e nel caso potremmo inserire anche a un riferimento alla sostenibilità dei processi produttivi delle materie prime. Se pensiamo a cacao, caffè e altri prodotti spesso la preoccupazione potrebbe essere per la presenza di coltivazioni intensive non sostenibili o sfruttamento del lavoro (inserendo "extraUE- origine tipica e sostenibile"
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- 4 anni, 7 mesi fa
Sono d'accordo. Potremmo specificare che l'origine Italia è importante per prodotto che vengono normalmente prodotti/possono essere prodotti in Italia. Il cioccolato non può che avere origini extra UE, per lo meno per la materia prima. Vale altrettanto per molte spezie, coltivate essenzialmente in Asia o frutti tropicali.
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esempio pratico- 4 anni, 7 mesi fa
https://beta.wikonsumer.org/prodotti/alce-nero-con-gocce-di-cioccolato
guardiamo ingredienti: 60% farina italiana, 40% altro UE/Extra UE
In etichetta Origine ingredienti è UE/Extra UE noi cosa mettiamo?
1. Nella scheda mettiamo due caratteristiche -Origine materia prima UE/Extra UE - Origine farina: Italia
2. Mettiamo solo Origine della farina: ItaliaHo riportato questi biscotti solo a titolo d'esempio ma per molti trasformati abbiamo lo stesso dubbio. E se fosse stato sia farina che olio Italiano cosa avremmo messo? 3 caratteristiche? Sarebbe davvero incasinato! Aiutateci a venirne a capo. Non possiamo mettere 800.000 caratteristiche penso altrimenti troppe generano confusione.
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- 4 anni, 7 mesi fa
Penso che potremmo dare risalto ai prodotti italiani, e qualora ci fosse un prodotto che ha origine "tipica" altrove, andremmo a mettere tra parentesi proprio questo
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- 4 anni, 7 mesi fa
oddio, non ho capito. Mi potrebbe aiutare a capire se rispondessi all'esempio pratico dei biscotti alcenero
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- 4 anni, 7 mesi fa
Nel caso dei biscotti lascerei la dicitura "60% farina italiana, 40% altro UE/Extra UE" (rimarcando il fatto che non è solo italiana l'origine, fattore perciò "sfavorevole")
ma se per esempio avessero avuto dei pezzi di cioccolato al suo interno, di origine Svizzera, avremmo scritto paese tipico di origine del cioccolato : Svizzera (che non è negativo come fattore, anzi). Non so se mi sono spiegata00
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- 4 anni, 7 mesi fa
E se aggiungessimo "extraUE- origine tipica e sostenibile", specificando poi fra parentesi l'origine nella lista degli ingredienti solo per quelli italiani? es. farina (italiana), zucchero di canna, olio evo (italiano),.... ?
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- 4 anni, 7 mesi fa
Nn so, come idea mi piacerebbe non penalizzare un prodotto italiano che contiene cioccolato considerandolo italiano se tutti gli ingredienti (che si possono ritrovare italiani) sono italiani.
Es biscotti alcenero
Se la farina (e tutti gli altri ingredienti che si possono ritrovare con origine Italia) sono italiani metterei ITALIANO (prodotti extra UE origine tipica e sostenibile: cacao del Mozambico, vaniglia del Madagascar,...)Questo approccio é quello utilizzato anche per la certificazione bio. Se un ingrediente é ritrovabile in bio si deve utilizzare obbligatoriamente bio. Se nn é presente sul mercato come bio si attua la deroga.
Spero di essere stato chiaro
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normativa etichettatura- 4 anni, 7 mesi fa
Marco ma se mettessimo "origine ingredienti: italia", quando in realtà non è così, non andiamo contro la normativa? In ogni caso temo che il consumatore (a altri...) potrebbero interpretarla come una pratica fraudolenta.
https://www.lexdo.it/blog/vendita-prodotti-alimentari-online/
Per ogni alimento venduto, sono obbligatorie le seguenti informazioni:denominazione dell’alimento, lo stato “fisico” nel quale si trova il prodotto e lo specifico trattamento che ha subito (ad esempio, se il prodotto è decongelato, surgelato, in polvere, etc.)
elenco degli ingredienti
allergeni
quantità degli ingredienti o categorie di ingredienti
quantità netta
condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego
nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile che commercializza il prodotto
**** paese d’origine o il luogo di provenienza dell’alimento ****
istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell’alimento
grado alcolico per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume
dichiarazione nutrizionale.00 -
- 4 anni, 7 mesi fa
Ragazzi, cerchiamo di venire a capo su questo punto: sto vedendo per esempio adesso che il caffè non viene valorizzato perchè ha di suo poche caratteristiche da inserire e chiaramente non è italiano... Stavo pensando quindi di aggiungere all'elenco delle possibilità 2 valori: "UE/Extra UE da filiera sostenibile" e "Extra UE da filiera sostenibile".
Quindi l'elenco completo sarebbe, in ordine crescente di valore: Extra-UE, UE/Extra-UE, Extra UE da filiera sostenibile, UE/Extra UE da filiera sostenibile, UE, italiana, locale (entro un raggio di 200 km), di propria produzione.
Ditemi se per voi va bene (e Paolo, se non si creano casini nell'inserimento di questi due valori (considerando ovviamente l'incubo di andare a correggere tutti i prodotti che ce l'hanno...sigh!)00 -
- 4 anni, 7 mesi fa
Io penso che potremmo classificare le materie prime come "Italia-UE-extra UE" solo se sono coltivati in Italia. Mi spiego meglio con l'esempio dei biscotti: se tutti gli ingredienti coltivabili in Italia sono reperiti/prodotti in Italia per me è un prodotto Italiano. Potremmo specificare che da questa classificazione escludiamo le materie prime che sono per loro natura prodotte o reperibili in paesi UE o extra UE, creando così una lista di esclusione per le materie prime che non possono rientrare nella classificazione di origine.
La caratteristica "da filiera sostenibile" è molto interessante e può essere aggiunta tra le certificazioni
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x Marina- 4 anni, 7 mesi fa
anche questo, scusa se non metto mani io, ma rischierei di riportare in maniera errata
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- 4 anni, 7 mesi fa
Ho modificato inserendo i suggerimenti di Marco e Martina, che ne pensate? Se mi date l ok archivio
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Italia (con prodotti UE/extra UE di origine tipica e sostenibile)- 4 anni, 7 mesi fa
temo che un consumatore che legge questa dicitura non comprenderebbe o comunque richiede uno sforzo e lascia dei dubbi. Per semplicità gestirei la casistica come
origine della farina: italia
ingredienti da filiera sostenibile: sila caratteristiche materie prime, rimane, ma messa in secondo piano, tipo nei tab di dettaglio della pagina prodotto e non si vedrebbe nell'elenco dei prodotti.
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Mi sembra che mannca questa parte suggerita da martina- 4 anni, 7 mesi fa
materie prime che sono per loro natura prodotte o reperibili in paesi UE o extra UE, creando così una lista di esclusione per le materie prime che non possono rientrare nella classificazione di origine.
La caratteristica "da filiera sostenibile" è molto interessante e può essere aggiunta tra le certificazioni
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- 4 anni, 7 mesi fa
Avevo incluso in questa dicitura il suggerimento di Martina
"Italia, Italia (con prodotti UE/extra UE di origine tipica e sostenibile)", implemento specificando proprio quanto detto da Martina?-
- 4 anni, 7 mesi fa
Si sarebbe utile fare un elenco di materie prime che escludiamo perché in Italia non si producono facilmente come cioccolato, quinoa, zucchero, ecc
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- 4 anni, 7 mesi fa
Provo a spiegarmi meglio, quello che io farei è:
ORIGINE DELLE MATERIE PRIME: 1. propria produzione 2. locale (entro un raggio di 200 km) 3. Italia (consideriamo origine materie prime italia anche se nelle materie prime sono inclusi ingredienti che non sono propriamente diffusi nel territorio Italiano. Gli ingredienti da noi considerati tali sono cioccolato, zucchero, sale,quinoa,...) 4. UE 5. Extra-UE00
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Per Gabriella - valori per criteri genericiArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
proverei già qui a condividere i valori generici che possano essere utilizzati per tutti gli alimenti che abbiamo con Gabriella e Martina e Marco sino ad oggi condiviso. ES.:
-i valori considerati per classificare l'origine dei prodotti e delle materie prime
- i valori considerati per premiare un prodotto artigianale
ecc...1piace a: Gabriella0-
- 4 anni, 7 mesi fa
SI, direi di scrivere quelli che ci sono ora in modo da poter puntualmente discutere se vanno modificati
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IntroduzioneArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 7 mesi fa
Ho iniziato ad abbozzare una prima introduzione. Attendo suggerimenti
1piace a: antonella0-
non sempre basta la lettura delle etichette- 4 anni, 7 mesi fa
Così come condiviso nell'articolo la qualità secondo wik, io aggiungerei che non sempre è suff la lettura delle etichette per essere certi di riconoscere la qualità di un prodotto. Che ne pensi?
1piace a: putzolu.marina0-
- 4 anni, 7 mesi fa
Spesso però per il consumatore non è sufficiente, in quanto non in grado di comprenderle.
Dici che questa affermazione non sia sufficiente per esprimere quello che volevi dire? O intendi non sufficiente per altri motivi?
00-
- 4 anni, 7 mesi fa
intendo che alle volte certe info qualitative per legge non possono essere riportate o non sono obbligatorie in etichetta. Es:
polifenoli e acidità dell'olio
allevamento e mangime degli animali
temperatura di cottura ed essiccazione dei prodotti da forno e delle paste
ecc...
Invece noi ci facciamo dare anche queste informazioni dai produttori1piace a: putzolu.marina0-
- 4 anni, 7 mesi fa
ho modificato, pensi sia sufficiente?
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Organizzazione del lavoroArchiviato da antonella 4 anni, 7 mesi fa- 4 anni, 8 mesi fa
Caio ragazzi vi propongo di lavorare così:
-in questo articolo discutiamo e inseriamo le informazioni di carattere generale
-nei singoli link alle varie categorie discutiamo gli argomenti specifici per ogni categoria.Fatemi sapere se per voi è ok
1piace a: MarinaPutzolu0